martedì 24 novembre 2009

Milano da Bere - Festa di condominio in Via Fogazzaro 14

Che strano. Per una volta, forse la prima, non ho visto condomini litigare su canne fumarie, spese o spazzatura, ma darsi una mano e progettare, nel piccolo giardino a disposizione una bella festa. Li ho visti cucinare leccornie, chiacchierare, conoscersi e dibattere sull'acqua del palazzo. E' stata infatti l'Acqua ad unirci il 21 novembre in via Fogazzaro, 14.

Ma raccontiamo l'antefatto. Da quest'anno Legambiente e Università Bicocca lavorano congiuntamente, con il contributo di Regione Lombardia, al progetto Milano e Provincia da Bere, creato per diffondere una nuova cultura della risorsa acqua. All'interno del progetto sono previste diverse azioni: creazione di un kit didattico per permettere l'analisi dell'acqua, lezioni nelle classi e banchetti e stand di diffusione di materiali informativi sull'acqua, come i frangigetto, i kit per le famiglie e le Piccole Guide al consumo critico dell'acqua di Altreconomia.

Perchè dunque non creare una bella festa di condominio e rendere più piacevole questo messaggio? Ed ecco il motivo della festa al numero 14. Ma la vera sorpresa è la grande partecipazione di tutti: sia degli abitanti del palazzo che hanno portato torte dolci e salate, focaccine, gnocchi fritti, patatine, polentine e gorgonzola, cioccolata calda e vin brulè (non nell'ordine presentato!); sia dei passanti e dei curiosi dei condomini vicini che della festa sono venuti a conoscenza per passaparola. E non solo adulti, ma tanti bambini che hanno aiutato nell'allestimento del “set” gonfiando dozzine di palloncini e animato il cortile con i loro giochi.

Oltre al mangiare, come già scritto, Legambiente ha diffuso, dopo averne fatto una prova sul posto, i kit dell'Università, assieme ai filtri frangigetto, alle Piccole Guide e ad altri materiali informativi utili nei condomini. E non ci siamo fatti mancare nemmeno la celebrazione della Festa dell'Albero! Quattro giovani piante di alloro sono state messe a dimora dai bambini che se ne prenderanno cura. Insomma, cosa volere di più?


Colgo questo spazio per ringraziare tutto il condominio di Fogazzaro 14 e tutti i suoi abitanti per il grande impegno profuso.

lunedì 23 novembre 2009

Il kit di analisi creato da Università Bicocca

All'interno del progetto Milano e Provincia da Bere, l'Università Bicocca di Milano ha creato un semplice kid didattico per analizzare l'acqua del rubinetto. Questo kit nasce con uno scopo didattico, ovvero come strumento da usare nelle lezioni che Legambiente tiene nelle scuole per parlare di acqua. Quest'anno verrà distribuito nel corso di eventi, stand e manifestazioni, anche alle famiglie.

Anche una trasmissione di Rai Tre, "Cifre in chiaro" del 30 ottobre (intorno al settimo minuto) ne ha parlato.

per info:
  1. - Sito ZooPlantLab dell’Università di Milano-Bicocca: www.zooplantlab.btbt.unimib.it
  2. - Sito Legambiente: www.legambiente.org
  3. - blog Chidiacquaferisce: www.chidiacquaferisce.blogspot.com

giovedì 19 novembre 2009

CAMPAGNA NAZIONALE “SALVA L'ACQUA” - IL GOVERNO PRIVATIZZA L’ ACQUA !

Si tratta della definitiva consegna al mercato di un diritto umano universale

IMPEDIAMOLO !

Con un decreto del 10 settembre scorso il Governo regala l’acqua ai privati: sottrae ai cittadini l’acqua potabile, il bene più prezioso, per consegnarlo, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati.

Oltre 400.000 cittadini hanno sottoscritto una legge d’iniziativa popolare per l’acqua pubblica, che riconosce il diritto all’acqua ma la proposta giace da due anni nei cassetti delle commissioni parlamentari.

Entro il prossimo 24 novembre, il decreto che privatizza l’acqua potrebbe diventare legge.

Si tratta della definitiva mercificazione di un bene essenziale alla vita

Si tratta di un provvedimento inaccettabile!

Pertanto, noi firmatari del presente Appello chiediamo:

- A tutti i Parlamentari il ritiro delle nuove norme che privatizzano l'acqua e di escludere il servizio idrico dai servizi pubblici locali di rilevanza economica riconoscendo l’autonomia di scelta dei modelli di affidamento da parte degli ATO ed Enti locali.

- Alle forze politiche di sostenere le proposte del Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua e in particolare la rapida approvazione della legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico.

- Ai Presidenti delle Regioni di presentare ricorso di costituzionalità contro l’Art.15 del D.L. 135/09 a tutela della autonomia degli Enti Locali sulla base del principio di sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione.

- Agli Eletti nei Consigli Comunali di prendere posizione contro l’Art.15 del D.L 135/09 e di assumere l’impegno ad inserire nello Statuto Comunale il riconoscimento dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e dichiarando il servizio idrico privo di rilevanza economica.

- Ai Cittadini di protestare contro questo Decreto del Governo facendo pressioni sui parlamentari e raccogliendo adesioni a sostegno del presente impegno.

Il presente Appello con le firme raccolte sarà inviato anche al Presidente della Repubblica
e ai Presidenti delle due Camere

L’acqua è un diritto umano universale e un bene comune da conservare per le future generazioni.

Il servizio idrico deve essere gestito da enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori.

Salvare l’acqua è una questione di democrazia

Ottobre 2009 – Appello a cura
Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua

Segreteria Operativa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org

Se vuoi impegnarti e sottoscrivere vai alla petizione

Legambiente “L’acqua è un bene comune”



Legambiente “L’acqua è un bene comune”

“L'acqua è un bene comune, il suo utilizzo deve rispondere a criteri di utilità pubblica. Obbligare la privatizzazione del servizio idrico, pertanto, vuol dire intraprendere la strada sbagliata. La maggior parte delle esperienze di privatizzazione di questo servizio, infatti, non hanno portato al miglioramento della qualità della risorsa, né alla diminuzione dei consumi e dei costi per i cittadini”. Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente ha commentato la fiducia del Governo sul decreto Salva-infrazioni che contiene anche la riforma dei servizi pubblici locali, compresa la liberalizzazione di quello idrico.

“Questa legge costituisce l’ennesimo attacco agli enti locali, Regioni e Comuni - ha aggiunto Cogliati Dezza – che saranno privati della possibilità di amministrare il proprio territorio, anche nella gestione di un bene primario come l’acqua, aprendo la strada ad una speculazione privata soprattutto a discapito dei cittadini. Una decisione come questa, inoltre, non tiene conto delle buone esperienze di gestione pubblica, mettendo tutti sullo stesso piano con gravi conseguenze sulla qualità del servizio offerto ai cittadini. Non si capisce, infatti, perché aziende pubbliche che, ancora oggi, garantiscono la qualità del servizio e tariffe contenute debbano ora essere obbligate a trasferire quote importanti dell’azienda a privati o addirittura a riaffidare la gestione ad altri”.

“Proseguire sulla strada della privatizzazione vuol dire che entro i prossimi quindici anni il 65% del servizio idrico dell’Europa e del Nord America sarà gestito da sole tre multinazionali. Gli interventi normativi che occorrono al nostro Paese per ripristinare su tutto il territorio nazionale un servizio idrico efficiente ed evitare speculazioni economiche e disservizi sono altri– ha concluso Cogliati Dezza -. Occorre, infatti, trovare forme innovative per rendere protagoniste le comunità locali nella partecipazione alla gestione dei servizi idrici, per vigilare sull’applicazione di un esercizio trasparente ed equo, dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. Su questi aspetti sarebbe fondamentale intraprendere scelte distinte e puntuali in base alle esigenze territoriali e non generiche, come quelle proposte dal testo di legge in questione, per evitare casi di cattiva gestione o la prevalenza di logiche di profitto a discapito della qualità del servizio e della risorsa, come le perdite idriche e la mancanza di investimenti”.

L’ufficio stampa Legambiente 06 86268353-99 - 76 - 60

Fonte: Legambiente Roma, 17 novembre 2009

giovedì 12 novembre 2009

SALVA-INFRAZIONI: DELLA SETA, "MAGGIORANZA RENDE OBBLIGATORIA GESTIONE PRIVATA ACQUA"

"Oggi in Senato con il voto del Pdl e della Lega viene resa obbligatoria la gestione dell'acqua: una scelta che va contro l'interesse dei cittadini e che non è dettata, come falsamente sostengono governo e maggioranza, da norme europee. Una scelta tanto più grave nel caso del partito di Bossi e Calderoli, che in Padania coi suoi sindaci si batte per l'acqua bene pubblico e a Roma prende decisioni ultraliberiste.". Lo dice il senatore Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella commissione Ambiente, in merito all'approvazione in senato del decreto 'salva-infrazioni' che contiene norme sui servizi pubblici locali.
"L'approvazione di un emendamento del Pd a firma Bubbico - prosegue Della Seta - mette dei paletti alla privatizzazione, garantendo il rispetto della proprietà pubblica dell'acqua, come stabiliscono i principi comunitari. Nonostante questo, tuttavia, le norme approvate oggi dal Senato sono molto gravi.
L'acqua è un bene comune - prosegue Roberto Della Seta - non è una merce e in base alla Costituzione la titolarità della sua gestione è in capo alle Regioni e agli enti locali. Prevedere non la possibilità, ma l'obbligo entro 1 anno, di affidare a privati la gestione dei servizi pubblici vuol dire espropriare Regioni e Comuni del diritto-dovere di amministrare l'uso dell'acqua nell'interesse delle persone e delle comunità, e apre la strada a un monopolio privato dell'acqua nelle mani di 3 o 4 multinazionali".

Fonte: Roberto Della Seta Roma, 4 novembre 2009

mercoledì 11 novembre 2009

Acqua, tra privatizzazione e cattiva informazione


Il Senato ha dato una spallata all'acqua pubblica. Con l'approvazione dell'articolo 15 del decreto legge numero 135 la via della privatizzazione è spianata. Nelle prossime settimane il testo passerà alla Camera, poi arrivaranno i decreti attuativi, promessi dal governo entro il 31 dicembre 2009: allora l'acqua sarà davvero una merce.


Il voto di Palazzo Madama, nel pomeriggio di mercoledì 4 novembre, ha portato a un'inedita attenzione dei grandi media al tema delle mercificazione delle risorse idriche. Tra i commi dell'articolo 15, che inserisce la privatizzazione dei servizi pubblici locali nell'ambito di un provvedimento “recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”, è facile perdersi.
Proviamo, perciò, a ricostruire i principali cambiamenti rispetto alla legislazione attuale.
L'articolo 15, intanto, rende obbligatorio il ricorso alla gare per la concessione della gestione dei servizi pubblici locali (oltre all'acqua, ci sono anche rifiuti e trasporto pubblico locale). L’unica alternativa possibile è l’affidamento a società per azioni “miste” tra pubblico e privato, ma la legge impone un tetto massimo del 30% alla partecipazione degli enti locali al capitale societario.
Un altro comma dell'articolo 15, spezza le gambe a tutte le gestioni in house (ovvero gli affidamenti diretti a società per azioni a totale controllo pubblico), 58 ad oggi in Italia. Dovranno cessare per decreto alla data del 31 dicembre 2011.
Fin qui il testo di legge, che incontra il sostegno di maggioranza e opposizione. Poche le voci fuori dal coro, come quella del senatore del Pd Luigi Zanda, che nel suo intervento in aula ha motivato così la sua contrarietà al provvedimento: “Ritengo grave un principio generale come quello che questa disposizione introduce nel nostro ordinamento, ossia la liberalizzazione e sostanziale privatizzazione della gestione dell'acqua in assenza di un sistema di garanzia indipendente e adeguato. Presidente, il nostro Paese ha subito gravi conseguenze per privatizzazioni e liberalizzazioni fatte in modo affrettato e gestite in modo quanto meno discutibile. Paghiamo ancora la privatizzazione delle autostrade con aumenti di tariffe assolutamente sproporzionati e assenza totale di investimenti”.
Parole e tesi espresse in modo molto chiaro, come chiari sono quelli del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, convinti che la gestione del servizio idrico integrato non possa essere privatizzata sono anche. “Contro l'articolo 15”, il Forum ha promosso una mobilitazione nazionale e territoriale, il cui slogan è “Salviamo l’acqua dal mercato”: “Consideriamo questa approvazione illegittima ed incostituzionale -hanno spiegato in un comunicato stampa-, in quanto si espropriano i cittadini di un bene comune e 'diritto umano universale'”. E per questo hanno rilanciato una settimana di iniziative (l’elenco è sul sito www.acquabenecomune.org) che coinvolgerà oltre mille comitati locali e culminerà in un presidio davanti al Parlamento, previsto per giovedì 12 novembre.
L'analisi dell'articolo 15 e delle sue possibili conseguenze è, abbiamo visto, assai complesso. Chi sentisse il bisogno di orientarsi non può farlo di certo leggendo i giornali. Quelli mainstream fanno a gara per “mistificare” l'approvata mercificazione dell'acqua. Così, la Repubblica del 5 novembre dedica una pagina intera alla “Guerra dell'acqua in Parlamento”, arrivando a parlare di “compromesso al Senato: gestione privata, proprietà pubblica”. Paolo Rumiz sfida l'intelligenza media del cittadino italiano, che sa -o dovrebbe sapere- che l'acqua delle falde, delle sorgenti, dei fiumi e dei pozzi (quella che poi beviamo) è un bene demaniale, e perciò inalienabile. Il “sofferto” emendamento del senatore Filippo Bubbico (Pd), che secondo il giornalista de la Repubblica dovrebbe difendere l'acqua pubblica, è stato votato da maggioranza e opposizione perché è una bufala, che non dice nulle di nuovo né frena in alcun modo il processo di privatizzazione. La disinformazione la fa da padrone anche sulle colonne de Il Sole-24 Ore: “Un attuale monopolista pubblico -scrive Giorgio Santilli-, che ha avuto l'affidamento senza gara e senza nessun confronto su costi e qualità dei servizi, potrà partecipare alla gara per il servizio futuro”. Quella descritta da Santilli è l'unica “concessione” fatta dal legislatore alle spa in house: i soggetti attualmente affidatari possono tuttavia partecipare alla prima gara di affidamento del servizio sul territorio in cui attualmente operano. Quando parla di gestori che hanno ricevuto l'affidamento senza gara, il giornalista de Il Sole dovrebbe però ricordarsi (e ricordare ai lettori) che il riferimento ai soggetti che hanno avuto l'affidamento del servizio senza gara è valido, in larga parte, per le ex municipalizzate oggi spa quotate in Borsa. Tanto che la legge dispone, nello specifico, la salvaguardia degli affidamenti diretti per le società quotate in Borsa al 1° ottobre 2003. Si chiamino Acea, o Hera, sono i soggetti industriali che (insieme ad altri come Iride, A2a, Enia, Acegas, etc.) nei prossimi anni saranno protagonisti dello shopping degli acquedotti italiani. E gestiranno gli acquedotti meglio del pubblico? Se un criterio fondamentale è quello delle perdite di rete, l'acqua immessa nell'acquedotto e non fatturata, come sembra indicare Franco Debenedetti in un articolo del 5 novembre sul Corriere della Sera -“Acqua, bene pubblico ma servizio (se possibile) privato”-, la risposta è no. Debenedetti cita l'Acquedotto pugliese, “il più grande d'Europa, una spa di proprietà pubblica, [che] perderebbe il 30% dell'acqua”, ma non deve aver sfogliato l'ultimo rapporto Civicum Mediobanca sulle società controllate dai maggiori Comuni italiani. Se è vero che l'Acquedotto pugliese guida la classifica delle perdite, in classifica è seguita da Acea (con il 35,4% delle perdite): l'ex municipalizza romana oggi gestisce il servizio idrico in diverse città toscane, ma non si preoccupa di ridurre le perdite della rete idrica nella capitale (anzi, se si misura la dispersione media per chilometro di rete gestita, il dato è superiore a quello del lunghissimo Acquedotto pugliese)”. E il valore più basso? È quello di Mm: le perdite di rete per la spa pubblica del Comune di Milano sono ferme al 10,3%, livelli eccellenti su scala europea.

Fonte: Altreconomia Luca Martinelli - 06 novembre 2009

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